Collecchio, 13 gennaio 2024 - Le dichiarazioni dell’allenatore Fabio Pecchia, durante la presentazione del match contro l’Ascoli, rilasciate nella sala stampa del Mutti Training Center di Collecchio.
SANT’ILARIO D’ESEMPIO PER LA NOSTRA STORIA
“La storia del leone o della gazzella? E’ una bella storia, ma mi sembra più opportuno avvicinare la nostra storia a quella di Sant’Ilario, il patrono di Parma. Noi in questo girone di ritorno dovremo consolidare il nostro stato d’animo e soprattutto mantenere la stessa umiltà di Sant’Ilario che cammina scalzo per le vie di Parma. Se proprio vogliamo avvicinarci a una storia, voglio che ci avviciniamo a questa. Il 2024? Il nostro è un percorso partito da lontano e ci vogliamo meritare il dolce di Sant’Ilario. Lo vogliamo guadagnare sul campo, per questo c’è voglia di lavorare e di migliorarsi perché il campo dovrà dire se saremo in grado a mantenere questo tipo di classifica. E meritarci questo. L’obiettivo è chiaro e c’è voglia di farlo. Nel momento in cui Krause è entrato nel Parma, è cominciato un percorso. E l’idea del Club deve andare oltre il singolo o l’individuo del momento. Perché qui c’è una storia, una città e dei tifosi”.
L’ASCOLI E LE INSIDIE DEL MATCH
“Cambiando l’allenatore rispetto all’andata, che veniva da un buon filotto di partite, ma con uno stile di gioco totalmente diverso. Noi dobbiamo essere molto bravi, perché Mendes e Rodriguez sono molto bravi, come Nestorovski, ma dovremo essere alla pari su tutto quello che è il lavoro di duelli, palle sporche, rimbalzi, seconde palle. Su tutto quello che ‘non è chiaro’ dovremo essere a livello dell’Ascoli. Non li vedo in difficoltà, ha pareggiato con il Cittadella in una partita fisica e molto combattuta. L’Ascoli è in buona condizione, non mi inganna l’ultimo risultato. Squadra difensiva? Ha una squadra molto difensiva e fisica, i due attaccanti hanno abilità tecniche ma anche una buona dose di fisicità. Il nostro dovrà essere un palleggio molto più veloce e molto più dinamico, nella riaggressione dovremo essere più feroci per trovare gli spazi e andare a cercare la via del gol. L’Ascoli come una trappola? Quando uno sottovaluta qualcosa può andare incontro a questo… Ci possono essere state delle partite giocate bene, altre molto bene, tante abbiamo commesso degli errori. Mai però abbiamo sottovalutato l’avversario. Pensare all’Ascoli come ad una trappola sarebbe sottovalutare l’Ascoli.